Villa Buonanno è una villa settecentesca. Apparteneva alla nobile famiglia Bammacaro. Nicola Buonanno ne divenne proprietario nel 1857 quando sposò Camilla Bammacaro. E così, divenne proprietà dei Buonanno. Oggi la Villa Buonanno è un relais di lusso e i titolari sono Laura Greco e Giuseppe De Falco. La struttura possiede un ristorante, “Torre platta” ovvero piatta, smerlata come la chiamavano i contadini. La villa, infatti, dominava su un latifondo vastissimo. Fino al 1927 non c’era né corrente elettrica né acqua. C’erano però 3 pozzi per la raccolta delle acque. Il latifondo era coltivato da 5-6 famiglie che vivevano nella campagne intorno alla Villa in alcuni “bassi”. Tra le coltivazioni più importanti c’erano la vite e il pomodoro. A fine agosto nel cortile della Villa veniva cotta la salsa di pomodoro per le conserve. Il pian terreno della villa non era abitato. C’era il cellaio e il rifugio per carrozze. Dal cortile si accedeva al giardino che era delimitato da un muro di cinta. Ai piani superiori c’erano i signori. Al piano nobile c’era una grande stanza di 80 mq utilizzata per gli ospiti più in vista: un grande divano e due consolle. Due terrazze invece servivano per l’intrattenimento. C’era una cucina stretta e lunga con focolare, ma non c’erano bagni. Ogni camera era dotata di brocca per acqua e vaso da notte.
Le notizie che riguardano Villa Buonanno, la sua famiglia ed in particolare Mary Buonanno, sono raccontate nel libro dal titolo “Storia di Mary Buonanno Schellembrid: la biblioteca Braidense negli anni della guerra dal salvataggio alla ricostruzione” scritto da Luigi Zanzi ed edito da Hoepli.
STORIA DI MARY BUONANNO SCHELLEMBRID
LA BIBLIOTECA BRAIDENSE NEGLI "ANNI DI GUERRA" DAL SALVATAGGIO ALLA RICOSTRUZIONE
Zanzi Luigi
Questo libro racconta la storia personale di Maria Buonanno Schellembrid (“Mary”) attraverso l’intreccio, forse insolito, tra ricostruzione storico-documentaria e narrazione di fatti, anche di fascino mitico, che riguardano la storia più viva delle istituzioni culturali della città di Milano. Il più rilevante è stato il salvataggio e il restauro della Biblioteca Braidense che ebbe un’eco anche a livello internazionale. Il fulcro della storia avviene nella Milano degli anni 1942-45 ed è integrata dai racconti famigliari, anche venati di una luce leggendaria. La figura di Mary, la sua educazione, la sua cultura, le sue aspirazioni e inclinazioni, è iscritta nella più vasta cornice delle vicende della famiglia Buonanno. Il luogo del cuore e della memoria, le radici della famiglia, sono a Cercola, terra vesuviana e buen ritiro dall’intensa vita urbana di Roma e Milano. “Mary” Buonanno Schellembrid fu tutta dedita, con grande anticipo sui suoi tempi, a cercare e trovare la propria indipendenza nell’esercizio della professione intellettuale di bibliotecaria, raggiungendo ruoli di rilievo in varie biblioteche d’Italia, tra cui principalmente la Braidense. Si tratta di una forma di narrazione complessa, per molti aspetti inusuale, ma ci è parsa l’unica adeguata per ricostruire la storia personale di “Mary” Buonanno Schellembrid.